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Modalità first-party di Google vs. monitoraggio lato server

Uliana Lesiv

Uliana Lesiv

Author
Aggiornato
24 apr 2025
Pubblicato
18 dic 2024
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Dopo che Google ha rilasciato la sua nuova funzione chiamata modalità first-party, sono emerse molte domande sui suoi vantaggi e sulle differenze rispetto al monitoraggio lato server. A prima vista, le due modalità sembrano abbastanza simili. In questo articolo, esamineremo la modalità first-party come metodo di monitoraggio, spiegheremo come funziona e se è possibile trarre vantaggio da questa configurazione.

Cos’è la modalità first-party?

La modalità first-party è una funzione rilasciata da Google, che consente di distribuire i tag di Google utilizzando la vostra infrastruttura. Quest’ultima è costituita da server/sistemi che supportano il reindirizzamento dei dati e che appartengono a voi. Di seguito, prendiamo in considerazione il significato di infrastruttura propria nel contesto della modalità first-party.

In questo modo, potete evitare di interagire con i domini di Google (come https://www.googletagmanager.com/) quando recuperate le librerie di misurazione e monitorate il comportamento degli utenti sul vostro sito web. La modalità first-party consente ai proprietari di siti web di interagire con i servizi di Google attraverso il proprio dominio.

Come funziona?

Durante l’impostazione della modalità first-party, occorre specificare il percorso dell’URL, ovvero una sottocartella (ad esempio https://www.yourdomain.com/tracking) per caricare il tag di Google. Quando qualcuno interagisce con il vostro sito web (se clicca su un pulsante, scrolla, ecc.), la richiesta verrà fatta a quel percorso.

Quindi, la rete di distribuzione dei contenuti (CDN), il loader balancer o il server web inoltrano questa richiesta ai servizi di Google come GA4.

Differenza tra configurazione standard, modalità first-party e serving first-party

La differenza sta nel modo in cui vengono effettuate le richieste:

  • Con le impostazioni standard dei tag di Google, quando un utente interagisce con i vostri siti web (https://www.yourdomain.com/), le richieste vengono inviate a Google Tag Manager (https://www.googletagmanager.com/). Con questa configurazione, gli script di monitoraggio vengono eseguiti nel browser dell’utente, con svantaggi quali una minore sicurezza dei dati e una raccolta meno efficace dei dati influenzata dai browser e dagli ad blocker.
  • La modalità first-party utilizza una sorta di sottocartella all’interno del dominio del vostro sito web. Quindi, invece di inviare le richieste a Google Tag Manager (https://www.googletagmanager.com/), vengono indirizzate a questa sottocartella (supponiamo che la sottocartella sia “/tracking”, e che quindi assomigli a https://www.yourdomain.com/tracking).
  • A differenza della modalità first-party, il serving first-party utilizza un dominio personalizzato anziché una sottocartella. In questo modo, le richieste vengono inviate al dominio personalizzato, ad esempio https://www.load.gtm.yourdomain.com/.

Modalità first-party vs monitoraggio lato server

La modalità first-party non è una soluzione innovativa per il monitoraggio dei dati. Se utilizzate il monitoraggio lato server e lo avete configurato con il dominio personalizzato same-origin nel server GTM, utilizzate già una configurazione simile alla modalità first-party. Vediamo nel dettaglio le differenze tra i metodi di monitoraggio.

Riduzione dell’impatto degli ad blocker

A prima vista, sembra che la modalità first-party e il monitoraggio lato server siano ugualmente efficaci nel ridurre l’impatto degli ad blocker, in quanto entrambi inviano le richieste al percorso del tag serving (nel caso della modalità first-party) o al dominio personalizzato (nel caso del monitoraggio lato server).

Tuttavia, la capacità della modalità first-party di gestire l’impatto degli ad blocker è inferiore, in quanto gli ad blocker sono in costante miglioramento e alcuni di essi sono già in grado di bloccare le richieste se il percorso o i parametri della query contengono valori specifici che indicano il monitoraggio dei dati.

Per saperne di più su come evitare il blocco di GTM, leggete questo articolo. 

Controllo sui dati

Inoltrare il traffico attraverso un servizio controllato dall’utente (CDN, load balancer), come nella modalità first-party, offre un ulteriore controllo. È possibile impostare la rimozione di alcuni dati dalla richiesta, come l’indirizzo IP dell’utente, ma a differenza di quanto avviene con il monitoraggio lato server, non è possibile impostare alcune condizioni per la rimozione.

Il monitoraggio lato server offre un livello di controllo più elevato. È possibile configurare l’impostazione in modo da rispettare le normative sulla protezione dei dati.

Scaling

La modalità first-party è una soluzione adatta se, per il monitoraggio, si utilizzano solo GA4 e Google Ads. Se invece utilizzate anche altre piattaforme come Meta, TikTok, Snapchat, Klaviyo, ecc. è meglio scegliere una configurazione di monitoraggio lato server per ottenere dati precisi. Dopo il passaggio al server GTM, è possibile avere un segnale da GA4 e utilizzarlo per inviare i dati a qualsiasi altra piattaforma o impostare il monitoraggio del server per ogni piattaforma in futuro.

Prezzi

La modalità first-party è l’opzione più economica, dal momento che potete continuare con la vostra configurazione GTM web, che non costa niente. Tuttavia, presenta alcune insidie. Ad esempio, impostando la modalità first-party con l’aiuto di Cloudflare, è necessario avere un costoso abbonamento Enterprise.

Il monitoraggio lato server può sembrare costoso: tuttavia, se avete meno di 10.000 richieste al mese, con Stape potrete averlo gratuitamente. Inoltre, l’hosting su Stape è più economico rispetto a quello diretto su Google Cloud Platform, cosa che può permettervi di risparmiare.

Cosa serve per configurare la modalità first-party di Google?

Per la configurazione bisogna avere:

  • Tag di Google o Tag Manager configurati.
  • Infrastruttura del sito web in grado di reindirizzare le richieste e modificarne le intestazioni. Può essere un CDN, un load balancer o un server proxy.

Come impostare la modalità first-party di Google?

La documentazione di Google fornisce istruzioni dettagliate sulla configurazione della modalità first-party utilizzando Google Cloud, Cloudflare o altri CDN/load balancer. Di seguito, illustriamo brevemente la configurazione e prendiamo Cloudflare come esempio.

Fase 1. Creare un percorso per il tag

Scegliere il percorso URL specifico che caricherà il tag di Google. Può essere “/tracking”, “/metrics”, “/analytics” o qualsiasi altra parola.

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Attenzione

Per evitare conflitti, accertarsi che il percorso non sia utilizzato per altri scopi sul proprio sito web.

Fase 2. Impostare l’instradamento dei dati

!

Attenzione

Per utilizzare Cloudflare per questa configurazione, è necessario avere un abbonamento Enterprise.

Nell’esempio con Cloudflare, occorre:

2.1 Andare nella sezione DNS → Record → Aggiungi record. Aggiungere le seguenti configurazioni:

Type: CNAME

Name: fps

Target: <your GTM ID>.fps.goog

2.2 Nella scheda Origine → Regole di origine, creare una regola e denominarla “Route measurement" per assicurarsi che la richiesta sia instradata a Google dopo essere arrivata al percorso del tag serving.

Fase 3: Aggiornare gli script di Google Tag

Sostituire gli script con altri nuovi su tutte le pagine del sito web per consentire il caricamento dei tag di Google dal proprio percorso di servizio anziché da https://www.googletagmanager.com/.

Fase 4: Testare la configurazione

Per verificare se tutto funziona, eseguire la modalità anteprima e attivare gli eventi sul proprio sito web. Se tutto funziona correttamente, in “Dettagli hit” dovrebbe essere visualizzato il percorso del tag serving creato nella prima fase.

Preview mode in GTM
Preview mode in GTM

Conclusioni

La modalità first-party non è una soluzione nuova nel mondo del monitoraggio dei dati: una soluzione simile si può avere con l’aiuto di un dominio personalizzato same-origin nel server GTM. Il vantaggio principale della configurazione della modalità first-party è il prezzo (se si utilizza Google Cloud invece di Cloudflare, che richiede un abbonamento Enterprise). Tuttavia, per quanto riguarda altri criteri (come la resistenza agli ad blocker, la sicurezza dei dati e il controllo sui dati), il monitoraggio lato server è la soluzione migliore.

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Uliana Lesiv

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Uliana è Content Manager presso Stape, specializzata in analisi e configurazioni di integrazione. Semplifica concetti di tracciamento complessi in intuizioni chiare.

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